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Il trust interno è disciplinato da una legge straniera, e ciò implica la conoscenza dei termini che quella normativa impiega, e della giurisprudenza a essa collegata. Dati da cui non si può prescindere per non dar vita a un ibrido, redatto in base a una legge straniera, e interpretato secondo principi riferibili a un diverso ordinamento statuale. È un rischio reale perché la tentazione di far ricorso a concetti e sentenze del diritto interno è forte: il trustee è un mandatario, i beneficiari sono donatari, la fraud è la frode, l'interest è l'interesse, e via di questo passo. Non avere la percezione di questa sfasatura fra ciò che si crede che sia e ciò che è, può condurre a esiti molto negativi perché il giudice deve applicare la legge straniera, e la giurisprudenza su questa formatasi, e non la legge italiana, con conseguenze che, altrimenti, è facile immaginare. Questo lavoro si compone di circa cinquecento lemmi che propongono un approccio al trust diverso da quello manualistico e mira a suscitare l'interesse di chi ricerchi informazioni e spunti non facilmente reperibili nei testi istituzionali, o di chi voglia conoscere il significato di termini o espressioni in cui gli sia capitato di imbattersi. Ma è anche un complemento nello studio di questa affascinante materia integrando concetti e termini della common law. Prefazione di Maurizio Lupoi.